oggi tra la miriade di scontrini e i foglietti che popolano il mio vecchio portafoglio nero è emerso un biglietto del tram di Riga.
a me piaceva un sacco il tram a Riga perchè era vecchio e pieno di atmosfera. lo prendevamo tutte le sere per andare in centro a cercare un ristorante quando uscivamo dall'ufficio. e quando tornavamo dopo cena eravamo spesso stanchi e anche un po' brilli e ci veniva la ridarella come quando sei in gita.
nell'album dei ricordi io ho tante immagini di Riga, con l'autunno che diventava sempre più freddo e l'appartamento con il camino e i pavimenti di legno e le serate a bere assenzio, che lì si può.
adesso parto ancora e so che se parto ancora poi c'è un prezzo da pagare. perchè, caro anonimo, "non si può pretendere che in tua assenza il mondo continui il percorso senza lacrime" (ma le lacrime mie o del mondo? caro anonimo potresti essere più specifico? e meno anonimo?) ma d'altro canto
(e mi ripeto e anche mi autocito un po'): "se vai via, vai via, se stai qua, stai qua. difficilmente le due cose si tengono insieme". e lo so
Auro che nella pratica poi ci sono milioni di sfumature, ma porca miseria proprio il grigio topo pallido mi deve capitare?