martedì, dicembre 11, 2007

Due o tre cose che ho imparato sulla Germania, cara Katia

Cara Katia ,

la Germania ha un design pulito e distante, un po' come i servizi di piatti dell'Ikea. O meglio come l'Ikea tutta, polpette e marmellata incluse. La Germania su al nord ha finestre ampie e bow windows adorabili, casette di marzapane senza tende e molti, ma molti decori natalizi, stelle e stelline e lucine per lo più.
L'assenza di tende mi fa pensare a pomeriggi corti di luce, mentre guardo con tristezza ed empatia le orchidee svenute sul davanzale dell'amica che là si è trasferita. Io anche morirei su quei davanzali su al nord, ancorchè dentro un vaso bianco dell'Ikea. Così mi viene in mente Istanbul ed è per compesazione pura ed immediata e so che capisci senza esserci stata ancora. E poi apprendo che le finestre nude sono per chi vergogna non ha, nulla a che vedere con il cattolico senso della colpa, del peccato, della polvere sotto al tappeto. Nella totale trasparenza protestante spio gli interni dei vicini e, dietro le stelline, mi immagino vite bionde ordinate. Poi mi spoglio in cinemascope e mi addormento sotto al piumino.

Lo sai, ho scoperto una pittrice tedesca che già sospetto ti piacerà. Si chiama Paula Modersohn-Becker e fa ritratti femminili con i colori striduli a metà tra i francesi di inizio secolo e quegli espressionisti che tanto ci sono piaciuti a Berlino. Ti ricordi Berlino e dintorni? agosto e faceva freddo e i tedeschi in un attimo facevano il bagno nudi nel lago vicino a Weimer. Io mi ricordo distintamente di te con un maglione di lana pesante seduta su un plaid a dire che erano matti.

E non ti parlo della cucina, Katia, che per una che sta in Toscana come te lassù sono cose da barbari. Ma i caffè hanno quell'atmosfera atlantica e raccolta che fa venire voglia di ordinare irish coffee, tanto meglio se fuori c'è tempesta. E torte giganti come quelle della Latteria di Firenze, solo molto ma molto più caloriche. In uno dei quei caffè entro alla ricerca di un po' di caldo per poi perdermi nei ricordi di collegio del fidanzato-filosofo e della sua compagna di studi dell'università. Cose di dieci anni fa. Quante volte lo abbiamo fatto noi?

Sai cosa? poco importa se quest'anno non ci sarà cena di Natale, mi spiace più non aver visto l'acqua alta di una Biennale da tempo programmata. Tu mandami le foto tutte intere o a pillole omeopatiche, fa lo stesso. Anche trecento, tempo adesso ne ho. Non ho invece foto tedesche da farti vedere in cambio. Ancora aspetto una macchina che fa miracoli e di me una buona fotografa, ma non mi so decidere sul modello e il prezzo. Come non so decidermi quasi su nulla.

Cara Katia, dalla Germania ho portato storie divertenti sui voli low cost e aneddoti di vita familiare di una coppia di amici mezzo tedeschi con bimba sotto l'anno. Confido in ascoltatori pazienti e possibilmente divertiti. Ora si sta un po' qui, forse si fanno i biscotti alla cannella, forse si cucina un po'. Si ascoltano i gatti che fanno ron ron e il rumore dei progetti nuovi che crescono come i bulbi sotto la neve. E come i bulbi dentro alla terra a volte non nascono più.
E ti aspetto, ti aspetto prima che l'anno finisca. Tu porta biscotti tuoi, che qui poi non si sa mai. Garantisco maglioni di lana, plaid, fusa e caffè.

A presto,
Miro

1 Comments:

Blogger Unknown said...

cara miro
mi hai scaldato il cuore e la giornata.
io arrivo: presto, presto.

k

1:00 AM  

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