venerdì, gennaio 11, 2008

Tanto vale vivere?

I rasoi fanno male,
i fiumi sono freddi,
l'acido lascia tracce,
le droghe danno i crampi,
le pistole sono illegali,
i cappi cedono,
il gas è nauseabondo...

(Tanto vale vivere, Dorothy Parker)

questo blog chiude.
chiude con Dorothy Parker, chiude con un grazie a chi ha letto, con un grazie a chi ha commentato, a chi ha detto brava, a chi ha detto che bello.
chiude ammettendo che non sempre tanto vale vivere.
questo blog chiude
chiude e basta.

mercoledì, gennaio 09, 2008

Un blogger per amico

Ieri sera sono andata a sentirlo qui, oggi lo leggo qui.

Che si trattasse di tipo di uomo eclettico io però lo sapevo da tempo.

martedì, gennaio 01, 2008

7 cose che voglio ricordare del 2007

qui c'erano le 7 cose che volevo ricordare del 2007.

non è rimasto nulla

il principio vecchio dell'anno nuovo

se non avete voglia e/o il tempo per un messaggio di auguri personalizzato, noi non abbiamo voglia e/o tempo di rispondere.

venerdì, dicembre 28, 2007

(pre)visioni internazionali per l'anno che viene

Ariete

Nel 1991, quando pubblicarono l'album Blood sugar sex magik, i Red Hot Chili Peppers entrarono improvvisamente nel firmamento del rock. Smisero di esibirsi in piccoli locali e cominciarono a fare concerti negli stadi. Vinsero un Grammy, conquistarono la vetta della classifica dei singoli e vendettero milioni di dischi. Davanti a tutto questo successo, il chitarrista John Frusciante perse la testa. Era sempre stato un artista indipendente fedele alla sensibilità del suo pubblico underground, e far parte di un gruppo così popolare lo imbarazzava. Così, nel bel mezzo del tour, abbandonò i compagni. Potresti trovarti in una situazione simile nel 2008, Ariete. Sceglierai di rimanere nella tua nicchia o accetterai l'invito a diventare un vero professionista?

mercoledì, dicembre 26, 2007

...and what have you done?

la vigilia è momento difficile per chi compra regali dell'ultima ora.
anche quest'anno, immancabile come a ogni natale che si possa definire tale, mi telefona nel tardo pomeriggio del 24 il fratello opulento. è palesemente nevrotico e fuori controllo, con una voce di parecchie ottave sopra le righe. grida scomposto da una gioielleria del centro. vuole sapere se la mamma ha già un bracciale di perle. in caso contrario, provvede lui.
la telefonata precede altre quattro chiamate, tutte nel giro dei una quindicina di minuti, tutte in presenza della gioielliera allibita che a un certo punto, chiaramente esasperata, cerca di prendere in mano la situazione e strappa di mano il cellulare di mio fratello per interpellarmi direttamente.
nel giro di cinque telefonate (cinque!) stabiliamo nell'ordine che:
- alla mamma piace il corallo (io)
- si potrebbe regalarle un ciondolo (fratello)
- un altro? (io)
- ma non l'hai già regalato l' anno scorso? (io)
- io direi orecchini (io)
- monachella napoletana? (gioielliera. monachella napoletana? nessuno dei due capisce)
- va beh, va beh. e al papà? (fratello, tono brusco e incazzato)

il giorno dopo, di fronte al santo focolare domestico con albero intermittente, la mamma apre con curiosità il pacchetto gioiello, estrae i corallo-orecchini e subito ci informa che gli orecchini lei non li porta da anni, le danno fastidio. ma può tenersi il regalo, se al fratello fa piacere. il fatello è furibondo. con me, si intende.
a me però non va poi meglio. regalo ai miei una macchina che fa il pane. mio padre scarta e mia mamma, una volta individuata l'identità dello strano oggetto che le invade il soggiorno, decreta: "ma noi il pane non lo facciamo!"e scosta l'ingonbrante oggetto che per di più è anche colpevole di occupare troppo volume. provo a ribattere che la prodigiosa macchina robotica fa anche le conserve. al che mia madre mi istruisce sulla sua nuova abitudine di usare il miele al posto della marmellata il mattino a colazione. un attimo dopo il mostro tecnologico è già prontamente rimosso, nascosto dentro la mia ex-stanza da letto da dove, so già, mai uscirà.

ecco, io sono contenta che Natale sia una sola volta l'anno e che per quest'anno sia già finito.
voi capirete perchè.

lunedì, dicembre 24, 2007

so this is Xmas...

il vin brulè condominiale ha ormai raggiunto dimensioni da happening. credo che l'anno prossimo ci toccherà affiggere le locandine in giro per la città.

la pioggia prima che cada, la nebbia che già è qua, il Natale appena prima che arrivi

Qui da giorni è iniziato un gran giro di aperitivi pre-natalizi e cene e cenoni e cenini e baci e abbracci a chi vuoi, ma anche a chi non vuoi. Regali inaspettati, e-cards a go-go, amici che si trasformano in elfi, Michael Bublé fino alla nausea. Tant'è. Io e il fidanzato-filosofo beviamo prosecchini che è un piacere e ingurgitiamo ottimo cibo casalingo e schifezze da happy hour con eguale spirito ecumenico. Abbiamo visitato come magi commossi la ragazza nuova nel suo cassetto-capanna, boicottato una festa della milano da bere sulla scia nervosa ed esasperata di una frase sbagliata.
malgrado la nebbia e il Natale siamo ancora felici.

martedì, dicembre 11, 2007

Due o tre cose che ho imparato sulla Germania, cara Katia

Cara Katia ,

la Germania ha un design pulito e distante, un po' come i servizi di piatti dell'Ikea. O meglio come l'Ikea tutta, polpette e marmellata incluse. La Germania su al nord ha finestre ampie e bow windows adorabili, casette di marzapane senza tende e molti, ma molti decori natalizi, stelle e stelline e lucine per lo più.
L'assenza di tende mi fa pensare a pomeriggi corti di luce, mentre guardo con tristezza ed empatia le orchidee svenute sul davanzale dell'amica che là si è trasferita. Io anche morirei su quei davanzali su al nord, ancorchè dentro un vaso bianco dell'Ikea. Così mi viene in mente Istanbul ed è per compesazione pura ed immediata e so che capisci senza esserci stata ancora. E poi apprendo che le finestre nude sono per chi vergogna non ha, nulla a che vedere con il cattolico senso della colpa, del peccato, della polvere sotto al tappeto. Nella totale trasparenza protestante spio gli interni dei vicini e, dietro le stelline, mi immagino vite bionde ordinate. Poi mi spoglio in cinemascope e mi addormento sotto al piumino.

Lo sai, ho scoperto una pittrice tedesca che già sospetto ti piacerà. Si chiama Paula Modersohn-Becker e fa ritratti femminili con i colori striduli a metà tra i francesi di inizio secolo e quegli espressionisti che tanto ci sono piaciuti a Berlino. Ti ricordi Berlino e dintorni? agosto e faceva freddo e i tedeschi in un attimo facevano il bagno nudi nel lago vicino a Weimer. Io mi ricordo distintamente di te con un maglione di lana pesante seduta su un plaid a dire che erano matti.

E non ti parlo della cucina, Katia, che per una che sta in Toscana come te lassù sono cose da barbari. Ma i caffè hanno quell'atmosfera atlantica e raccolta che fa venire voglia di ordinare irish coffee, tanto meglio se fuori c'è tempesta. E torte giganti come quelle della Latteria di Firenze, solo molto ma molto più caloriche. In uno dei quei caffè entro alla ricerca di un po' di caldo per poi perdermi nei ricordi di collegio del fidanzato-filosofo e della sua compagna di studi dell'università. Cose di dieci anni fa. Quante volte lo abbiamo fatto noi?

Sai cosa? poco importa se quest'anno non ci sarà cena di Natale, mi spiace più non aver visto l'acqua alta di una Biennale da tempo programmata. Tu mandami le foto tutte intere o a pillole omeopatiche, fa lo stesso. Anche trecento, tempo adesso ne ho. Non ho invece foto tedesche da farti vedere in cambio. Ancora aspetto una macchina che fa miracoli e di me una buona fotografa, ma non mi so decidere sul modello e il prezzo. Come non so decidermi quasi su nulla.

Cara Katia, dalla Germania ho portato storie divertenti sui voli low cost e aneddoti di vita familiare di una coppia di amici mezzo tedeschi con bimba sotto l'anno. Confido in ascoltatori pazienti e possibilmente divertiti. Ora si sta un po' qui, forse si fanno i biscotti alla cannella, forse si cucina un po'. Si ascoltano i gatti che fanno ron ron e il rumore dei progetti nuovi che crescono come i bulbi sotto la neve. E come i bulbi dentro alla terra a volte non nascono più.
E ti aspetto, ti aspetto prima che l'anno finisca. Tu porta biscotti tuoi, che qui poi non si sa mai. Garantisco maglioni di lana, plaid, fusa e caffè.

A presto,
Miro

U.S.

ho smesso di fumare.
ho iniziato a smettere che ero a Zagabria e poi continuato per inerzia e noncuranza. il fastidio concentrato e improvviso dell'odore del fumo, come non l'avevo sentito mai.
ma tutto questo non è l'evento che può sembrare. due giorni dopo essermi accorta che avevo smesso, fumavo nuovamente. per noia credo, o forse perchè era il party finale e la musica era cattiva.