giovedì, agosto 31, 2006

mi piace: l'anno scolastico

l'anno nuovo, si sa, inizia a settembre.
e come ogni volta, quando settembre arriva, mi coglie inevitabile la sindrome da cartolibreria. vedo i libri nuovi, l'astuccio, le penne. se chiudo gli occhi sento ancora l'odore dei rulli di plastica colorata che mio padre usava per foderarmi i libri.
la sindrome da cartolibreria, tra le altre cose, prevede un'irresistibile voglia di nuovi propositi sportivi.
penso intensamente a quale sport vorrei praticare questo inverno. thai chi? tennis? yoga? nuoto?
espongo i miei dubbi al fidanzato-filosofo . e subito mi pento. il fidanzato-filosofo mi elenca con pedante precisione i progetti inevasi dell'autunno passato. come fa a ricordarsi così bene? mi avrà registrato? mentre cerco di ricordare cosa avevo detto esattamente lo scorso settembre e soprattutto perchè non mi ero poi iscritta a quel corso di danza africana che sembrava così promettente, lui con un crudele ghigno mi sventola davanti agli occhi la tesserina gialla della palestra.
nome: miro. data: febbraio 2005. numero ingressi pre-pagati: dieci. numero ingressi rimasti: sette.
al diavolo la palestra. quest'anno mi dò alla fotografia. no. faccio un corso di cucina. o forse studio lo spagnolo. francese? storia dell'arte? sommelier?
che fatica. fortuna che domani torno al lavoro, così non ci penso più.

mercoledì, agosto 30, 2006

fatica di una vita single (ovvero come l'amica-cacciatrice ammazza le ore estive)

l'amica-cacciatrice ancora in ferie mi trascina in piscina. il tempo è variabile. io propongo di andare a prendere il sole sulla riva del fiume. se viene brutto, dico, possiamo sempre andare a prendere un caffè. lei ascolta infastidita le mie obiezioni sulla temperatura esterna e dell'acqua. dice: ieri sera le previsioni hanno detto bello su tutta Italia. io replico che la sto chiamando dal mio terrazzo e indosso una felpa. forse tutta Italia non comprende Pavia, dico. lei si sorpende e comunque a casa sua pare ci sia bello. io le ricordo che abitiamo nella stessa città, oltretutto entrambe in centro. lei annoiata tronca ogni ulteriore discussione e mi liquida con un: ti aspetto là, io vado adesso.
quando la raggiungo dentro la piscina c'è poca gente. lei è stesa con un minuscolo costume nero, grandi occhiali da sole, la sigaretta in bocca. mi butta lì un ciao distratto e con la mano fa cenno al lettino accanto a sè. tutto questo, la sigaretta, il ciao, il cenno senza mai staccare gli occhi dalla poco nutrita fauna maschile che si aggira a bordo vasca e dai pochi temerari dentro l'acqua. con uno sguardo sondaglio vede e soppesa, si scosta un po' il costume, si aggiusta i capelli. se è il caso ammicca.
alla fine stiamo un paio d'ore: io con la protezione alta e una nuotatina, lei senza mai mettere piede nell'acqua e senza crema. dopo tutta un'estate in piscina ha ormai un inquietante color marrone. biscotto bruciato, direi. trova che la crema protettiva le ostacoli l'abbronzatura e che l'abbronzatura la renda più sexy. sexy uguale a uomini. e con questo chiude l'argomento crema.
verso l'ora di pranzo si rende conto della scarsità di prede e mi annuncia che ce ne andiamo. nel frattempo un gruppo di ragazzi appena arrivati si infila nella muta da sub per nuotare. io le faccio notare che la temperatura dell'acqua non era poi così calda, malgrado le previsioni. lei guarda con disprezzo i mutanti e sospira scuotendo la testa: sono dei fanatici! vanno anche in bicicletta!
la saluto e torno a casa pedalando.

lunedì, agosto 28, 2006

non mi piace: frugare nell'infrugabile

oggi pulizie d'autunno.
mi sveglio con la ferma intenzione di andare in piscina. non c'è il sole. il fidanzato-filosofo mi invita a mettere a frutto i miei ultimi giorni di ferie. minaccia di portarmi all'ikea a vedere un letto da comprare. mi viene il panico. io, al mio vecchio letto da studente ci sono affezionata. decido invece di mettere in ordine qua e là. il fidanzato-filosofo sembra approvare. meno male.
metto mano a pile di vecchi documenti che soggiornano ormai da anni in un angolo vicino alla scrivania. poi passo in bagno ad affrontare orde di appiccicose creme idratanti in formato campioncino accumulate a strati geologici in una cesta di vimini sopra la lavatrice.
scopro cadaveri di prodotti di bellezza vari ed eventuali. tutti ugualmente sorprendenti. probabilmente tutti scaduti. il gel effetto bagnato? ma quando mai ho comprato il gel effetto bagnato? mah! ritrovo appunti di una vita precedente. il capitolo finale della mia tesi su floppy. floppy disk? non voglio pensare agli anni che passano e così proseguo con gli scavi. trovo quattro prodotti mai usati per lisciare i capelli. di quattro marche diverse. dico quattro. pezzettini di xanax sbriciolato testimonianza di una vita più ansiosa di adesso. fondi e fondi di fondotinta. numeri di telefono misteriosi. saponi minuscoli dall'aroma ormai indecifrabile. una collana con un ciondolo di metallo che credevo persa da tempo. il ciondolo è corroso, il cordino appiccicoso. non mi ricordo neanche quando la portavo. ma so che mi piaceva.

a fine giornata sono distrutta. è stato un viaggio nel mondo dei ricordi che non ripeterò e che non consiglio.

spero solo che domani ci sia il sole.

lunedì, agosto 21, 2006

mi piace: polenta e salamini

tiro fuori dal cassetto la bandana con le stelle alpine, la felpa di pile dall'armadio, gli scarponcini da passeggiata dalla polvere. tra due ore parto e vado in trentino.
già sento profumo di polenta.

sabato, agosto 19, 2006

Viaggio in Turchia. Istanbul, colazione con vista



dal pullmino che dall'areoporto ci porta al nostro albergo vedo sul lungomare enormi panchine rotonde che guardano l'orizzonte marino, e mi rendo conto così da subito che Istanbul è una città di vedute.
avevamo scelto l'albergo proprio per il suo terrazzo e la sua vista decantanti dalla guida come tra i più incantevoli di Sultanhamet, il quartiere della vecchia Istanbul dove tutti (o quasi) i turisti scelgono di stare.



arrivati in albergo, lasciamo zaini e passaporto, prendiamo le chiavi della stanza e saliamo subito sul tetto a vedere. il terrazzo è veramente incantevole, affacciato com'è sulla moschea blu, con i tavolini tutti diversi, i cuscini ricamati, i gabbiani che volano bianchi sulle nostre teste, il mare in lontananza. una piccola libreria con una raccolta di libri in inglese e in turco e dagli altoparlanti musica suggestiva. scopriremo una sera rifugiati quassù a bere raki un barista appassionato di musica che mette al nostro arrivo Paolo Conte e che ci scrive su un pezzetto di carta una lista di musica turca da comprare. io, obbediente e meticolosa, seguirò alla lettera i consigli senza pentirmene. da quando siamo tornati sullo stereo di casa risuonano note prima sconosciute e ora molto gradite.


Per una colazione con vista:
Hotel Nomade
Ticarethane Sokak 15
Sultanhamet
Istanbul

giovedì, agosto 10, 2006

Post dalle vacanze

sono in Cappadocia. voi rimanete li'. seguira' dibattito.