lunedì, giugno 26, 2006

Diario dai Balcani. Quattro cani per strada.



i cani di strada a Skopje sono tanti e hanno facce spaventate.
ti stanno lontani, ti guardano con sospetto e si capisce che hanno avuto brutte esperienze con umani stupidi e cattivi.
tante zampe rotte e mantelli di pelo che hanno visto giorni migliori.
occhi che non riesco a guardare.
code pronte a scodinzolare al minimo segno di affetto.
adesso che fa caldo dormono in gruppi di tre o quattro sui prati o nei piazzali in ombra. fanno branco per un pisolino poi tornano solitari a fare la ronda.



(il bellissimo manifesto contro l'abbandono e' di Franci del blog franci&mini)

venerdì, giugno 23, 2006

Diario dai Balcani. Finche' morte non ci separi.

tra le varie notizie che ricevo giornalmente dalle agenzie stampa macedoni, questa oggi attira la mia attenzione:

"Campagna per matrimoni senza sparatorie.

Skopje, 23 Giugno 2006 - Cerimonie di matrimonio senza colpi di pistola. Questo e' lo scopo della campagna promossa dal ministero dell'Interno macedone.

L'iniziativa, che ha come motto "Sarai tu il prossimo?", e' parte di una piu' generale campanga per ridurre gli incidenti causati dall'abitudine di sparare colpi di pistola per celebrare gli sposi durante la tradizionale stagione estiva dei matrimoni."


questo trafiletto sui matrimoni mi fa venire in mente quando due anni fa a Skopje avevo affittato un appartamento proprio di fronte alla principale chiesa ortodossa.
la finestra della mia cucina dava sul sagrato della chiesa e la domenica mattina, mentre facevo colazione, sfilavano davanti ai miei occhi le spose vestite a meringa e gli sposi con le scarpe lucide e a punta.
ma la cosa che piu' mi piaceva in assoluto era l'arrivo della banda.
avete presente le canzoni per matrimonio e per funerale di goran bregovic? ecco, la musica era esattamente quella. la banda composta da quattro o cinque musicanti, tutti rigorosamente con pantaloni neri e camicia bianca e armati di ottoni e piatti, compariva suonando e suonando se ne andava. il trombone fuori dal finestrino dell'auto lasciava la sua scia di note allontanandosi dalla chiesa. pa!pa!paparapa!pa!parapa!
in cuor mio applaudivo lo spettacolo, mentre finivo di bermi il mio caffe'.

mercoledì, giugno 21, 2006

Diario dai Balcani. Rischi di una cultura globalizzata



il riso nazista (sic), sul menu' di un Irish Pub macedone che serve cibo orientale ma anche messicano, insieme alle piu' classiche onion rings. sulle rive del fiume qui a Skopje.

quando si dice fusion.

(prima regola della globalizzazione culinaria: se vuoi mettere in menu' una cucina internazionale, cerca di munirti di un buon traduttore)

martedì, giugno 20, 2006

Diario dai Balcani. Taxi?

muoversi in taxi qui costa poco. una corsa urbana per mezzo euro circa. tuttavia muoversi in taxi puo' non essere cosi' semplice. in una citta' dove nomi di vie e numeri civici contano piu' o meno niente, fornire indirizzi all'autista e' pressoche' inutile. l'autista non vi dira' che non lo sa, che non conosce la vostra destinazione, piuttosto partira' ugualmente, alla cieca, fermandosi ogni tanto in qualche posto e indicandolo soddisfatto, credendo di avervi portato alla meta. oppure comincera' a girare intorno.

una volta ho fatto cinque volte il giro di un isolato. mi stava venendo mal di mare. dopo il secondo giro chiedo al taxista di scendere, lui insiste per trovare l'indirizzo. abbassa il finestrino per chiedere ai passanti. niente. nessuno sa. telefona a qualcuno per chiedere. niente. guarda e riguarda il foglietto che gli ho dato a inizio corsa e dove mi avevano scritto l'indirizzo. come se nel giro di pochi secondi l'appunto sul foglietto potesse cambiare e svelare la soluzione del mistero topografico. niente. alla fine si arrende e mi lascia scendere. mi dico che la prossima volta mi metto in borsa una xamamina.

adesso so come funziona. i taxisti, cosi' come tutti gli altri, si orientano in citta' grazie al nome di edifici, negozi, ristoranti. io per esempio abito di fronte alla posta grande. una volta capito il trucco tutto e' semplice ed economico. 50 centesimi e sei alla meta.

Diario dai Balcani. Muoversi in citta': istruzioni per l'uso

come per altre citta' dei Balcani dove ho avuto la ventura di passare un po' di tempo, anche per Skopje sembra esistere un codice di comportamento sulla strada che definirei "piuttosto anarchico".
qui sono i pedoni a violare sistematicamente la semplice regola del "rosso non si passa", " verde si va".

da casa mia all'ufficio ogni mattina attraverso tre incroci, tre semafori, tre strisce pedonali. ho imparato subito, arrivata qui, che il colore del semaforo non e' che un particolare inessenziale, pura decorazione artistica. che il pedone attraversa appena puo', appena la percentuale di rischio di finire sotto le ruote delle macchine che passano veloci scende di poco sotto il 99%.
agli incroci e' tutto un corri corri di pedoni e un concerto di clacson di automobilisti che non decellerano (perche' dovrebbero? per loro e' verde).
sui marciapiedi prima dei semafori le persone aspettano di fare numero; appena formano un gruppo compatto e sufficientemente numeroso attraversano con qualsiasi colore.
pronti, via!
una nazione affetta da daltonismo semaforico.

venerdì, giugno 16, 2006

Diario dai Balcani. Calciolandia non abita piu' qui?

in mezzo alla baraonda di bar, caffe' e ristoranti con la televisione costantemente sintonizzata su calciolandia, uno dei bar in centro a Skopje dichiara fieramente di essere football-free. televisione sintonizzata su Fashion TV e musica chill out di sottofondo.
le donne macedoni ringraziano.

mercoledì, giugno 14, 2006

Diario dai Balcani. Liscio perfetto.

lunedi' dopo l'ufficio la mia assistente mi ha portato dalla sua parrucchiera. andare dal parrucchiere qui non costa nulla. per quattro euro (!) ti lavano i capelli e ti fanno la piega.

la "mia" parrucchiera ha un piccolo negozio in centro a Skopje. sul marciapiede di fronte al negozio c'e' un stendibiancheria dove mette ad asciugare le salviette appena usate.
dentro al negozio tutte le clienti fumano. una nuvoletta di fumo e lacca naviga nell'aria al ritmo della musica folk che esce da una radiolina che tutte alzano o abbassano a seconda delle telefonate che ricevono.
una cliente si asciuga i capelli da sola.
un'altra esce con la tinta in testa per andare a vedere la partita nel negozio di alimentari li' di fianco, dove hanno un televisore accesso e stanno guardando i mondiali.

il giorno dopo in ufficio tutte le colleghe hanno parole di ammirazione per i miei capelli stirati e per quanto poco ho pagato. fisso subito un altro appuntamento per venerdi' insieme alla collega croata. poi anche la ragazza polacca si vuole unire a noi. andremo tutte le settimane, e' deciso.

lunedì, giugno 12, 2006

Skopje, Macedonia. Diario dai Balcani, parte prima.

sono a Skopje da due settimane ed e' la terza volta che mi capita di lavorare qui. Skopje e' brutta. una brutta citta' fatta di palazzi nuovi e finti circondati da prati pieni di immondizia, e di vecchi condomini cadenti con cortili spogli e tristi, retaggio di un'estetica da socialismo reale.
l'aria e' inquinata dalle tante macchine sfasciate che circolano per le strade tossicchiando gas mefitici.
alle spalle della citta', le colline. sulle colline una grande croce che di notte si illumina, inquietante sentinella a vigilare sul sonno della capitale.

quando sono arrivata qui la prima volta due anni fa, l'autista che mi ha prelevato all'areoporto mi ha subito spiegato che la citta' era divisa in due. da una parte la "Skopje europea", dall'altra la "Skopje albanese". in mezzo il fiume. "tu starai nella Skopje europea" mi ha detto soddisfatto. io il giorno dopo ho subito attraversato il ponte per andare a vedere cosa c'era di la', nella "Skopje albanese". di la' ho visto piccole botteghe, case basse a due piani, bancarelle, polli arrosto, uno sconfinato mercato, un ristorante dentro un cortile, gente che vendeva, gente che comprava. un brulichio di donne con sacchetti della spesa. la pelle un po' piu' scura che di qua.
"la Skopje albanese e' pericolosa la sera", mi hanno poi detto, per noi "internazionali".

e la "Skopje europea"? di qua dal fiume ci sono locali trendy che neanche a Milano. cosi' smaccatamente trendy da rasentare il kitch. lungo le sponde del fiume uno dei bar alla moda esibisce una distesa di immacolati divani bianchi. mobili pretenziosi di midollino, come in un'ikea, ma per ricchi. in un altro bar sulla via pedonale una profusione di specchi in cornici barocche. sulla vetrina di un altro una scritta recita, in perfetto italiano: "no, non siete in italia. ma in un posto che gli assomiglia". di italiano non ha molto, a parte la pretesa di esserlo.

a ogni angolo della citta' un bar o un caffe' e clienti a qualsiasi ora del giorno. le cucine dei ristoranti sono aperte dal mattino alla sera. i negozi e i supermercati non chiudono fino a sera inoltrata. io faccio la spesa alle nove, vado dal fruttivendolo alle dieci di sera. mangio alle tre del pomeriggio. mi abituo all'allegra anarchia degli orari di apertura.

(continua...)

sabato, giugno 10, 2006

Skopje.Macedonia.Europa.

c'e' una bambina rom che sta sempre in un'aiuola accanto al semoforo. avra' si' e no tre anni e i capelli rasati a zero. sai che e' una bambina perche' porta sempre una veste-gonna, a differenza di quello che sembra essere suo fratellino che invece porta i pantaloni. l'altra sera sono passata in macchina di fianco all'aiuola e tutta la famiglia era li' accanto al semaforo, seduti in mezzo a uno degli incroci trafficati di Skopje. c'era uno zaino buttato per terra e degli stracci e avevano acceso un fuoco. la bambina rapata rideva. dai finestrini aperti della nostra macchina entrava odore di tubi di scappamento.